Intervista a Julie A. Windgale - Come nasce il primo libro di Primordia?

Ancora immersa nel magico mondo di Primordia vi introduco Giulia, la talentuosa ragazza che si trova dietro questo fantasy.

Se ancora non avete letto la recensione al suo libro Primordia - L'alleanza vi suggerisco di recuperare per poi tornare a conoscere Giulia, una ex doppiatrice passata dal dar voce alle parole al dargli vita attraverso la scrittura. 

"La verità è che la mia parte più profonda, quella che mi fa svegliare al mattino, che mi dà la forza per essere me stessa, ha un solo nome: scrittura. Sono sempre stata convinta di non fare la scrittrice di mestiere, ma di esserlo fin nelle viscere, di aver bisogno dell’inchiostro come ho bisogno dell’ossigeno o dell’acqua. Scrivere mi cura, mi guida, mi sostiene attraverso le intemperie. 
È quello che fa di me ciò che sono. 
Quindi, sì, sono una scrittrice. E se vogliamo allargare un po’ il cerchio sono anche una strega che sogna un cottage immerso nel verde, una ex-doppiatrice che ogni tanto parla come un cartone animato, una creativity mentor, una viaggiatrice e una bevitrice incallita di tè al bergamotto".

Dopo questa introduzione direi di entrare nel vivo per scoprire alcune curiosità sul libro!


Come nasce l’idea di Primordia e come hai concepito il suo intero mondo?

Primordia nasce da un Gioco di Ruolo by chat creato tanti anni fa con degli amici. Si chiamava in un modo totalmente diverso, i personaggi erano molti di più, la trama ancora abbozzata ma è iniziato tutto da lì. 

Ricordo le notti passate a scrivere avventure, partecipando a queste e sperando che il mio compagno di ruolata non mi facesse aspettare i secoli per muovere il suo personaggio. 
Bei tempi, mi sono rimasti nel cuore, insieme alle persone che ho conosciuto e sono con me ancora oggi. 

Sulla storia vera e propria di Primordia, invece, quella che poi ho pubblicato, ho lavorato in un momento della mia vita un po’ difficile. Essendo bloccata a casa per motivi di salute (una piccola operazione), mi sono buttata anima e corpo nella scrittura. 
"Non solo mi ha salvata dalla tristezza, ma mi ha anche aperto una strada meravigliosa che non pensavo di poter calcare sul serio"


Per i nomi dei luoghi e dei personaggi a cosa ti sei ispirata?

Mi sono ispirata ai luoghi e ai personaggi creati nel Gioco Di Ruolo che ti dicevo prima. Nel gioco erano più moderni, avevano dei cognomi o delle costruzioni non sempre adatte a un fantasy classico, perciò li ho modificati un po’ mantenendo la sostanza. 

Ad esempio, nel Gioco di Ruolo Drewan si chiamava Andrew, ma tutti lo chiamavano Drew. Ho preso solo quel pezzo e ci ho aggiunto “an”, in modo che rimanesse “il mio Drew”.
Asterya, invece, si chiamava Astrea nel GDR, come la dea.


Perché la scelta di una protagonista donna spadaccina? 

La verità? È stata una cosa istintiva. Nel Gioco Di Ruolo il mio personaggio tirava le fila di molte storie, un po’ perché è stato il primo creato, un po’ perché ero stata io a dare inizio a tutto. 

È venuto naturale riportare questa cosa anche nel libro.

L’unico particolare diverso è che Fendra usava la magia nel Gioco di Ruolo (avevano tutti poteri magici), mentre nel libro è diventata una spadaccina, ma la sostanza è la stessa. 
Forse ci ho aggiunto un pizzico di ironia in più, la Fendra del GDR si lamentava troppo!


Come nasce l’idea del personaggio di William, il principe cavaliere, amico della figlia di una locandiera e di un orfano senza titoli, nonostante le forti idee sulle differenze di ceto di suo padre?

William è un personaggio che mi sta molto a cuore. Nel Gioco di Ruolo era mosso da una persona a me cara, abbiamo vissuto tante cose insieme e sperimentato il legame tra i nostri personaggi. 
"Sono stata letteralmente innamorata di Will per un sacco di anni"
Sai quegli amori per i personaggi dei libri? Ecco, io lo avevo per il personaggio di un Gioco di Ruolo. Lo so, sono strana.
Mi è rimasto nel cuore così tanto che ho avuto il bisogno di riversare dentro Primordia tutto quello che mi aveva insegnato: il coraggio, la lealtà, l’importanza di un affetto che va al di là di un titolo o del sangue.


Il personaggio di Will sembra essere perfetto. L’uomo senza macchia e tanto onore. Perché questa scelta? Ti sei rifatta ai valori che da sempre contraddistinguono la figura del cavaliere nella letteratura?

Oh, William non è affatto perfetto. È fragile e rotto, come tutti. Nel primo libro sembra un vero e proprio cliché ed è stata una scelta ponderata. Volevo che le persone lo vedessero così, che imparassero ad amarlo nonostante fosse quasi banale. È successo e ne sono felice, ma c’è ancora tanto da scoprire, ancora tanto che il principino nasconde sotto la sua scorza da Cavaliere. 

"William mi ha insegnato: il coraggio, la lealtà, l’importanza di un affetto che va al di là di un titolo o del sangue"


Spero tanto in Will e Fendra per la seconda parte! Hai già una papabile data di uscita?

Certamente! Il secondo libro uscirà in primavera e se speri in Will e Fendra, be’… No, aspetta, non posso dirti niente, ho promesso. 
Niente indizi almeno fino ad aprile, perdonami! Però aspettati un sacco di sorprese, si entra nel vivo della storia!

"Il secondo libro uscirà in primavera"


 



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