Libri sul comodino #14 - Hotel California. Storia di una paranoia

Nuovo post significa nuova recensione. Questa volta si torna a parlare di libri, per la precisione di un libro di Dalila Porta: Hotel California. Storia di una paranoia.



Titolo: Hotel California. Storia di una paranoia
Autore: Dalila Porta
Editore: Eretica Edizioni
Data di Pubblicazione: 2017
Pagine: 174
Prezzo: 15.00 €

LA TRAMA: Papercut è spaccato a metà fra un passato che gli si è attaccato addosso come una piaga e un futuro che non sembra brillare. Sarà California, strampalata ragazza dall'inconscio serrato, a spianargli la strada per una vita qualunque, banale, noiosa, eppure sicura e serena. "Voleva chiamare aiuto, ma allo stesso tempo temeva che se l'avesse fatto loro l'avrebbero trovata. Dunque rimase in silenzio (...) Aveva paura di voltarsi, di muoversi. Respirava piano. Aveva paura. Annie Aveva paura. Annie. Aveva paura." Quand'è che una persona può affermare di stare bene? Annie, sorella di Papercut e personaggio chiave del romanzo, non riesce mai a capire come si sente. Tormentata da immagini spaventose e tetre fantasie, Annie viene privata di tutte le gioie dell'infanzia e dell'adolescenza. Ansie, paure e incertezze si proiettano nel suo acerbo mondo interiore sotto forma di allucinazioni. Saranno loro a spingerla verso la follia?

Questo romanzo mi è capitato tra le mani al momento giusto, in un momento di riflessione personale e mi ha aiutato a mettere ordine tra i pensieri. La prima cosa che risalta all'occhio di questo romanzo è la modalità in cui è stato concepito. Il tutto si basa sulla musica, infatti California, la protagonista, è stata ispirata da Hotel California degli Eagles mentre Papercut, il protagonista, si basa sulla canzone Papercut dei Linkin Park . Essendo diverso da molti altri romanzi, posso dire di averlo divorato (tempi di lettura permettendo) perché non solo la storia mi ha catturato, ma per il modo semplice e privo di fronzoli di raccontare che la scrittrice ha usato. Anche i concetti più complessi sono stati trasformati, pur rimanendo efficaci nella loro semplicità. Dunque una storia in cui è facile entrare dentro, senza indugi. Dove riesci a vedere ciò che i personaggi sentono e sentire ciò che loro sentono. Un libro che finisci prima ancora di renderti conto di averlo realmente iniziato.  Potrei continuare a scrivere, ma preferisco lasciarvi alla sua lettura.

Domani uscirà l'intervista all'autrice Dalila Porta, dove ci racconterà meglio com'è nata l'idea del libro e il processo creativo che lo ha portato a noi.

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