Per le strade di Roma

Oggi avrei voluto far tutt'altro post. Forse qualcosa di allegro tipo: Come spaparanzarsi il più possibile al sole in una giornata di marzo. Invece NO.


Invece mi tocca stare qui a lamentarmi, fingendo di illustrarvi, una classica mattina in macchina in quel della Capitale.

Sapete come funziona, la sveglia suona alle 6.30 ma tu ti alzi almeno alle 7.00. Fai colazione, ingurgiti latte e cereali sperando di prendere la bocca e non l’occhio per renderti conto che è tardi. Metti tutto in borsa sperando di non avervi dentro nessun morto del giorno precedente perché semplicemente non c’è tempo. Non si può svuotare e riempire nuovamente – già è tanto se si è rifatto il letto e ci si è vestiti azzeccando i colori o evitando la maglia con la patacca buttata sulla sedia. 

Esci di casa, forse qualche minuto più tardi proprio quel giorno in cui sai di doverti fermare a fare il pieno. Imbocchi la strada ancora come fossi una persona allegra, laddove possibile ancora prima delle otto del mattino, e combatti. Combatti contro le buche e le strade dissestate, contro i ciclisti che pedalando ovunque fuorché sulla pista ciclabile, contro i vecchietti che davanti a te vanno al disotto del minimo consentito dalla legge della strada (che poi, do' vanno a quell'ora?!), contro i moto muniti che ai nostri occhi sono come i soldatini del Risiko, li vuoi abbattere tutti - soprattutto quando tagliano la strada sentendosi padroni della carreggiata, incorniciando il tutto di parole colorite che sicuramente tira fuori quest’aria primaverile. Contro i vigili urbani che al posto di snellire il traffico lo triplicano magicamente. 

Ma il bello deve ancora venire: quando pensi di essere arrivato a destinazione è una falsa credenza, tipica degli ottimisti che Roma non la conoscono affatto. La Capitale è chiamata CITTÀ MAGICA perché se pensi di aver fatto tutto il traffico possibile prima di arrivare alla meta, in un tiro di schioppo, proprio dietro l'angolo, ti fermi, immobile (da dove escono tutte ste macchine poi!). Magica, ve lo avevo detto. Porta il traffico magicamente a formarsi. E tu sei lì che, oltre a tirare fuori parole appena apprese dai motociclisti (in questi casi la strada è la migliore insegnante di vita), lo giustifichi anche. “Ci sarà un incidente”, “Ci saranno sicuramente dei lavori in corso, urgentissimi”. Invece no, è solo che la gente è ancora rimasta mentalmente a letto e ti fanno dannare che nemmeno le anime di Dante nei gironi infernali.

Scusate, mi sono persa: qual è la morale? A sì. 

Non importa quanto presto uscirai la mattina perché, a Roma, arriverai sempre con almeno mezz'ora di ritardo (se il parcheggio lo trovi subito)!

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