Tradizioni Lucane in Tavola: La Salsa di Pomodori

Chi mi segue assiduamente ormai sa bene che io sono una romana dal cuore lucano ed ogni tanto mi diverto ad inserire qualche post che riporta alla memoria e soprattutto che faccia conoscere quelle piccole tradizioni di una regione, di un paese che, nonostante il rapporto di amore/odio, fa parte di me e ne vado orgogliosa. Essendo una persona dall'animo curioso mi piace imparare usi e costumi di altri paesi, di altre regioni italiane e viceversa spero qualcuno sia altrettanto curioso da conoscere quelle del mio piccolo paese in provincia di Potenza.


Questo è un periodo durante il quale tutti i parenti che tornano dalle loro vacanze in Basilicata portano, a chi non è potuto scendere a fare capolino, qualcosa che ci accompagnerà per tutto l'anno: la salsa di pomodori, fatta in casa naturalmente.
Ricordo bene quando da piccola passavo le mie estati a casa dei nonni e, arrivato il periodo tra luglio e agosto, un gruppetto di donne tra nonne, zie e cugine, si raggruppava nel magazzino della mia bisnonna con calderoni alla mano e si preparava a cucinare pomodori per tutto il giorno ed io, piccola qual'ero, legato il grembiule, mi divertivo a guardare e ad aiutare.


Ovviamente ho dovuto rinfrescare la memoria chiedendo un po' a casa il procedimento che sto per andare a ricapitolare qui di seguito: prima di tutto per la salsa bisogna utilizzare solo pomodori maturi e belli rossi per fare in modo che non venga amara. Con pomodori alla mano,  la prima cosa da fare è ovviamente quella di lavarli e metterli in una 'sporta' - una cesta fatta a mano di schergia, un materiale più duro rispetto alle classiche ceste di salice - dopodiché metterli a cuocere per qualche minuto, fino a quando non si ammorbidiscono leggermente, all'interno di una 'cavurara' - un pentolone di rame - ed al momento opportuno toglierli e metterli a sgocciolare nella 'sporta' nella quale, precedentemente, è stata messa sul fondo una tovaglia/lenzuolo di cotone così da poter filtrare l'acqua.

Macinare i pomodori nell'apposita macchina, ora elettrica mentre prima era manuale - ricordo bene quando le nonne si davano il cambio nel girare, energicamente e per parecchio tempo, la manovella.


Il passato va rimesso nel pentolone, aggiunto il sale e lasciarlo cuocere mentre si mescola di continuo per non far attaccare il fondo sulla pentola. 


In ultimo, la salsa va messa, ancora calda, nelle bottiglie precedentemente lavate.


Una volta chiuse vanno riposte in un recipiente e messe sotto delle coperte, fino a quando non diventano fredde così da continuare a cuocere la salsa al loro interno; queste sono propriamente chiamate 'le bottiglie addormentate'.



 Anche se per metà cittadina, la pasta al sugo della domenica fatta con la salsa della nonna non è minimamente paragonabile a nulla di tutto quello che si trova tra gli scaffali del supermercato. Già mi lecco i baffi al solo pensiero!


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