E tu sei la mia

Non ho mai pensato a lei pensando al modo in cui è andata via, ho sempre pensato a lei come alla mia compagna di giochi, senza calcolare che la metà della sua vita era in ospedale. Pensavo" si è in città possiamo passere del tempo insieme, possiamo giocare come quando stiamo al paese".
Solo adesso, guardando "Braccialetti Rossi", mi viene in mente in quel senso. Penso e spero che sia stata come quei bambini, che abbia trovato dei compagni di gioco che la sostenessero e la facessero divertire, che le dicessero che nonostante tutto anche quella era vita, la sua, la loro.
Ero così piccola da non ricordare a sufficienza, e neanche capire abbastanza, quello che stava attraversando.
Ma per me sarà sempre la mia compagna di giochi, la mia prima complice, la ragazzina che voleva portarmi via il "bambino del pane", quella che quando giocavamo mi diceva "Basta, non voglio fare io la paziente, voglio essere il medico!".
Alla mancanza ci si abitua, le assenze diventano quasi presenze che ci fanno compagnia.
E tu sei la mia.
A volte mi viene in mente come sarebbe potuta diventare, se sarebbe venuta qui a studiare, se avrebbe scelto medicina, se sarebbe diventata quel medico che diceva di voler essere.
A volte provo ad immaginarla e non so perchè ma la immagino con i capelli lunghi, sono certa che corti non li avrebbe mai più portati. Sarebbe andata in giro a sfoggiare, finalmente, la sua chioma.
:)

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