Thirteen Reasons Why || Una serie che buca lo schermo e l'anima

Serie originale Netflix rilasciata a marzo 2017 e prodotta da Selena Gomez.



Non sono più solita iniziare dei Teen Drama, cerco di finire quelli che mi porto avanti dai tempi della pietra ma c'era qualcosa in questo, nel titolo, nel trailer - si, probabilmente anche nel fatto che tutto il mondo lo stesse vedendo - che mi ha spinto ad iniziarlo. Sono entrata nel loop di questa serie e ho conosciuto Hannah.

Credo di non spoilerare nulla dicendo che la serie spiega, attraverso delle vecchie audiocassette, i 13 motivi per cui una giovane donna di diciassette anni, Hannah Baker, ha deciso di suicidarsi. La serie, sebbene ispirata all'omonimo libro uscito nell'ottobre 2007, fa qualcosa in cui quest'ultimo non è riuscito: ti penetra dentro in maniera disturbante.



Una serie geniale nella sua semplicità, nella sua struttura e nella sequenza della linea temporale. La storia, sebbene sia raccontata in prima persona da Hannah, si alterna ai ricordi e alle sensazioni di Clay Jensen, la nostra guida attraverso questo viaggio di perché. Durante la visione dei tredici episodi ci sentiamo tutti come lui: frustrati, smarriti, confusi. Vorremmo tutti fare qualcosa e, proprio come lui, cassetta dopo cassetta, sentiamo un subbuglio nelle viscere. Quella voglia di provare a essere diversi, meno egoisti, menefreghisti, di pensare che basti avere attenzione, un minimo di sensibilità verso un'altra persona. Il fatto è che in questa serie ci sentiamo tutti Clay...ma anche Hannah o Jessica. Ci sentiamo tutti ma vorremmo essere il loro contrario. Eppure empatizziamo, metabolizziamo e rendiamo tutto nostro. Vorremmo fermarci, dirci che il prossimo episodio lo guarderemo l'indomani e invece, proprio come Clay, premiamo il tasto play e andiamo avanti. 


Nonostante questa serie sia particolarmente cruda (ci vengono mostrate, senza censura, scene di stupro e suicidio) continuiamo a guardarla perché ci porta dentro la realtà delle cose. Sono pochi i teen drama così espliciti e questo più di tutti ci sconvolge perché, se dentro My fat diary la ragazza si riprende, Hannah muore. Ci fanno entrare nella sua testa. Ci fa vedere come il vuoto e la solitudine pesino sulle persone. Sulla mente. Sul corpo. Sullo spirito. Come la noncuranza possa rompere qualcuno, spezzarlo definitivamente. Cosa avremmo potuto fare? E' qualcosa che ci siamo mai chiesti leggendo una delle tante notizie sul giornale? Abbiamo colto le richieste di aiuto? Avremmo potuto farlo essendo più attenti? Forse si, forse no. Questo è quello che 13 Reasons Why ci vuole spiegare.

Alla fine della serie Clay è cambiato. Confida ad una sua amica di non stare bene. Dunque, prendiamo il monito di questa serie - composta da un cast di giovanissimi davvero eccezionale e talentuoso - e facciamone buon uso. Non lasciamo che questa resti ancora "un'altra buona serie".


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